Diversamente uguali: i gemelli

14 Gen

Non è un caso che per quest’articolo abbia scelto un titolo che si riferisce a un’espressione utilizzata quando abbiamo a che fare con gli handicap. Molto spesso, infatti, i gemelli sono vittime di comportamenti del tutto sbagliati da parte della società e, cosa ancor più grave, dei loro stessi genitori. Così, spesso uno dei gemelli o entrambi soffrono di una specie di «handicap indotto» procurato da chi li circonda, per il solo fatto di assomigliare fra loro in modo sorprendente.

Apparentemente uguali, ma in realtà due persone completamente diverse, queste due gemelle mostrano un tipico errore educativo: sapete determinare quale? 🙂

Quante volte osserviamo gemelli vestiti uguali? Quante volte notiamo che i loro genitori offrono all’uno esattamente quello che propongono all’altro? “Cara, che ne dici d’iscrivere Mario e Luigi a karate/Anna e Laura a danza”? La società stessa sembra entusiasmarsi al cospetto di due gemelli vestiti allo stesso modo e che, specie da piccoli, mostrano comportamenti simili. Manco fossero un fenomeno da baraccone (studiare la scienza, studiare)! E sembra del tutto naturale, normale, ovvio, offrire a entrambi le stesse scelte, le stesse proposte, gli stessi regali eccetera.

Purtroppo il comportamento che la società e molti genitori tengono nei confronti dei gemelli mostra che ci basiamo solo sull’esteriorità, che siamo superficiali, che non approfondiamo la conoscenza degli individui con cui entriamo in contatto.

Molte volte sono stato trattato con scetticismo (leggi: superficialità) per il mio lavoro di questo blog; per esempio mi sono sentito dire che la pedagogia “non vale sempre”, che “non esistono regole per tutti” eccetera; emblematico è il discorso dei due gemelli, i cui genitori si erano comportati in modo “giusto” e “allo stesso modo” con entrambi, ma che hanno mostrato, crescendo, comportamenti estremamente diversi: uno aveva avuto grande successo nella vita, mentre l’altro era diventato un disadattato o addirittura un mezzo delinquente. Tralasciamo per il momento il fatto che ciò effettivamente avviene anche tra figli non gemelli: in un prossimo capitolo affronteremo il tema.

Se non ci limitassimo a leggere l’indice di un testo di pedagogia, scopriremmo che essa sottolinea che ogni bambino, ogni individuo, è diverso; in nessun testo di pedagogia è scritto che ciò non vale per i gemelli; così questi sono da considerare due persone distinte, con diversi gusti, interessi, atteggiamenti, malgrado il destino abbia deciso di farli apparire uguali agli occhi del superficiale. C’è da dire che qualche genitore più diligente lo nota fin da subito e assume atteggiamenti, comportamenti, e stili educativi che si adattano alle esigenze ben diverse di ogni gemello. Altri preferiscono sorprendersi di fronte all’apparenza, e la somiglianza diventa quindi un handicap per un figlio o per entrambi.

Cercherò di spiegare con un esempio matematico perché un genitore non deve considerare i due gemelli uguali e pertanto non deve comportarsi allo stesso modo con loro.

Siano x e y due gemelli, ed f il genitore. Come abbiamo imparato dalla pedagogia, x e y sono due persone diverse, anche se si somigliano moltissimo. Pertanto, uno dei due, diciamo x, mostrerà ben presto un comportamento più aperto, accattivante, superficialmente attraente rispetto al fratello y; è del tutto inevitabile che ciò avvenga fra due persone: osservandole attentamente, scopriremo che sempre una è, anche solo di poco, più “simpatica” dell’altra.

Il figlio x attirerà necessariamente l’attenzione del genitore poco attento, più di quanto non faccia il figlio y; probabilmente x diventerà presto in grado di ottenere più facilmente quello che vuole, rispetto a y. Così un bel giorno x, appassionato di calcio, convincerà il genitore f a iscriverlo a una squadra. Il genitore f, persona giusta e che offre a tutti pari opportunità, iscriverà entrambi all’attività sportiva. Il figlio y, che con tutta probabilità si lascerà trascinare da x, parteciperà inizialmente al gioco con entusiasmo, non tanto perché appassionato, quanto perché l’ego di un bambino lo porta a voler dimostrare d’essere bravo come gli altri (“Perché lui sì e io no?”)

Purtroppo però, non tutti sono bravi allo stesso modo nelle stesse cose e quindi in breve termine osserveremo x diventare un campione, mentre y cadrà in frustrazione o perché non sarà portato per il calcio, o perché non vi sarà portato come il fratello. Spero di aver chiarito dove voglio andare a parare: nel lungo termine, x diventerà, agli occhi della società superficiale e persino dei genitori, “bello, figo e intelligente”, mentre l’altro sarà confinato al titolo di fratello sfigato; dove si può arrivare, è stato spiegato molte volte in questo blog: col tempo, e senza i necessari interventi, la situazione divergerà fino a ottenere un individuo di successo e un fallito; eppure il «giusto genitore» aveva offerto pari opportunità ed era stato, a suo insindacabile giudizio, equo con entrambi; salvo considerare che essere equi significa sì fornire pari opportunità, ma rispettando le esigenze di ognuno. Se offro un corso di musica a un piccolo Mozart e a chi non ha il minimo orecchio, non sto offrendo «pari opportunità»; sto semplicemente mettendomi in pace coi miei sensi di colpa. Poi ci si sente giustificati dall’esternare apparenti Verità quali: “Vedi che esiste il libero arbitrio?” “Vedi che ci sono quelli che nascono bravi e quelli che nascono meno bravi?” «Meno bravo» in cosa?! In arrampicarsi sugli alberi se sei un pesce?

In definitiva, col tempo y sarà diventato un riflesso del fratello x, filtrato dall’imbecillità del genitore f. E quindi abbiamo:

y = f (x)

C.V.D.

Se solo il genitore avesse approfondito gli interessi di y, oggi f non si troverebbe ad aver a che fare con un figlio funzione dell’altro. Magari f avrebbe scoperto che y adora la musica e avrebbe più volentieri seguìto un corso di pianoforte…

A questo punto spero di aver sensibilizzato i genitori di gemelli sull’importanza di:

  • Vestire i figli in modo diverso, almeno nei colori; chiedere a ognuno quali sono quelli preferiti, sottolineando la regola secondo cui “ci si veste in modo diverso perché siamo persone diverse”.

  • Approfondire gli interessi di ognuno, facendo attenzione ai capricci: y tenderà infatti ad “andar dietro”, a scopiazzare i gusti del fratello x dominante; è una cosa del tutto naturale. Sarà pertanto necessario non fermarsi alla superficialità, capire i reali interessi di ognuno (chiedere, chiedere, chiedere: comunicare!) e proporre scelte diverse.

  • Tenere in conto le differenti sensibilità: con un gemello si potrà parlare più direttamente che con l’altro; con uno bisognerà essere più delicati; insomma trattiamo i nostri gemelli come se fossero diversi come un bambino di due anni e una ragazzina di tredici, tanto per capirsi.

3 Risposte a “Diversamente uguali: i gemelli”

  1. promeo01 14 gennaio 2015 a 09:45 #

    A me sembra così scontato… si vede che non lo è. Grazie Bruno!

  2. roberta rex 14 gennaio 2015 a 10:20 #

    Bruno, far capire ai genitori dei gemelli che sono diversi e che non devono fare le stesse cose, lo stesso sport, la stessa scuola e università, è davvero molto difficile…uno dei due quasi sempre soffre e la cosa brutta è che spesso i genitori nemmeno se ne accorgono, anzi ci mettono il carico da 90.
    Hai toccato un altro argomento che mi sta molto a cuore, come sempre accade 😀

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  1. L’illusione dello stampino: più figli, stesso metodo | la Catena di #Elettra - 18 novembre 2015

    […] Suggerimento per i diversamente studiosi. […]

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