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Esiste una vita dopo la morte?

25 Nov

Tranquilli, non ho fumato roba [troppo] pesante. Mi dite: «Ma che c’entra con la Catena di #Elettra?! Non si parla di morte dove ci sono bambini!»

C’entra, c’entra!

Il fatto è che la vita dopo la morte siamo tutti noi, quando i nostri genitori se ne vanno. Siccome avete studiato #Elettra e ormai siete dei guru dell’educazione, scommetto che avete già capito dove voglio arrivare.

In fondo questo blog, pur se scritto da un rigido agnostico, dimostra che certi princìpi tramandati da molte religioni sono veri. Uno di questi sostiene che l’anima sopravvive alla morte. Io ho un mio concetto di anima, un concetto che oggi si definirebbe advanced.

Universalmente riteniamo che l’anima sia la parte vitale e spesso spirituale di un essere vivente. Estenderei questa definizione all’essere individuale, finendo per suggerire che l’anima include il nostro stile, il nostro modo di porci al mondo, il nostro carattere.

Le nostre emozioni.

Il sentimento.

Ora ascoltate questo (per i diversamente musici).

 

Oppure questo (per i musici più scafati).

 

O ancora questo (per i Musici – stavo per usare una metafora sessista).

 

Avete capito che cos’è l’anima? E perché sopravvive?

A questo punto, tutto ciò che avete studiato su #Elettra v’induce a considerare che una parte consistente dell’anima dei nostri genitori è sopravvissuta in noi. E, Peano alla mano, anche una parte dell’anima dei nostri nonni, bisnonni eccetera.

Quindi come vorrete comportarvi d’ora in poi? Studierete e metterete in pratica queste pagine, o no?

Quale parte della nostra anima desideriamo – in un trionfo d’umano egoismo – che sopravviva nei nostri figli, nei nostri nipoti, nella Storia? Be’, sappiate che possiamo scegliere: se il nostro atteggiamento coi nostri figli sarà positivo; se – sfruttando questo manuale virtuale – cercheremo di ridurre al minimo gli errori educativi; se sapremo amare bene, allora sopravviverà la parte migliore di noi.

Il nostro ricordo non sarà quello che i nostri cari esprimeranno in un freddo giorno d’un novembre uggioso, bensí coinciderà con l’anima dei nostri figli e nipoti.

E allora potremo davvero dire che non siamo mai morti. Siamo solo diventati più giovani.