Cari lettori, come ho scritto nelle avvertenze, su «la Catena di #Elettra» si ragiona fra persone di tutti i giorni delle cose di tutti i giorni. Qui non ci sono pediatri, pedagogisti, psicologi che devono mantenere un atteggiamento professionale di tolleranza nei confronti delle diversità di pensiero (specie quelle non rette da adeguato supporto scientifico, vedi la grottesca questione dei vaccini) e culturali (ignoranza); più prosaicamente, qui non si intende conservare a tutti i costi la “clientela”.
I lettori che apprezzano questo blog (grazie!) e il sottoscritto sono pienamente coscienti dei danni permanenti che molti, troppi genitori italiani provocano a piccoli innocenti in conseguenza di comportamenti ritenuti innocui con una superficialità che rasenta il delitto. Il “Ma figurati, che cosa vuoi che succeda se lo porto in passeggino a 5 anni!” qui non è tollerato. Chi apprezza «la Catena di #Elettra» sa perfettamente che molti italiani stanno tirando su in modo colpevolmente inconsapevole una generazione di normodotati inabili alla vita.
Qui non si fa autopromozione e non troverete l’atteggiamento accondiscendente che permea quasi tutti i blog sull’argomento (“Molti genitori preferiscono far dormire il bimbo nel lettone.” – Già, alcuni di questi, poi, preferiscono ucciderlo per soffocamento): non sono pagato per questo lavoro, non ci guadagno nulla se non parecchi insulti e la soddisfazione di far qualcosa di concreto, nel mio piccolo e nella limitatezza dei miei mezzi, per migliorare le condizioni dell’infanzia (e della società adulta) italiana; in cambio ricevo anche l’affetto dei comunque tanti lettori che condividono le mie idee sull’importanza d’interrompere i flussi di negatività, talvolta criminale, che attraversano le generazioni.
Ho scritto recentemente che mi fanno ridere (leggi: ribrezzo) quelle mamme che si stracciano le vesti contro il «femminicidio», tanto di moda ultimamente solo ed esclusivamente “grazie” ai media, ma poi non esitano a urlare e sculacciare i loro “adorati” pargoletti maschi perché “Ma che vuoi che faccia un ceffone dato al momento giusto!?” La debolezza di pensiero logico ed emotivo di queste persone e soprattutto la loro totale indisponibilità a soffermarsi su una seria riflessione mi convincono che questi individui non meritino il vostro e il mio tempo, le vostre e le mie argomentazioni. Intimamente sono convinto che personaggi di questo stampo che non leggono, se leggono non capiscono e se capiscono comunque non cambieranno mai idea, andrebbero allontanati dalle loro piccole vittime e piango per queste ultime al pensiero che né voi né io potremo far nulla per impedire tale scempio.
Tuttavia sono anche consapevole di un fatto altrettanto importante: molte persone riflessive e moderate che, senza intervenire della discussione, leggono le imprese di quegli scellerati si formano un’opinione decisamente ragionevole sui metodi educativi e imparano presto a individuare e mettere in pratica quelli validi. Lo testimoniano i molti messaggi che privatamente ricevo ogni giorno: ecco, queste sono le persone che mi motivano a proseguire in questo difficile cammino che, lo sospettavo, mi mette contro tanta faciloneria, tanta superficialità… in una parola purtroppo intramontabile, tanta stupidità.
Caro Bruno, complimenti… articoli sempre molto interessanti. Ottimi spunti di riflessione…
Credo di essere stata tra le prime, forse la prima a leggere questo tuo articolo.
Amministrare un blog significa esporsi, mettersi a nudo (ti prego non farlo…è solo un modo di dire eh! :D) e questo porta inevitabilmente ad avere a che fare con persone di ogni tipo, anche con quelle che sanno che ciò che leggono è giusto, ma per pigrizia fisicointellettuale (scrivo così perché non voglio essere offensiva), non vogliono provare ad essere diverse da come sono e proseguono nei loro errori.
Errori che verranno pagati dall’intera società. (sono catastrofista??)
Personalmente, mi piace il modo in cui scrivi e trovo interessante e divertente questa tua creatura pertanto ti invito a continuare e soprattutto a resistere, resistere, resistere!
Bravissimo Bruno, è sempre un piacere leggerti.
Sono tutti spunti molto molto interessanti sui quali, comunque, è utile soffermarsi a riflettere e dei quali ognuno di noi può fare tesoro (nonostante, poi, tra il dire e il fare resti comunque di mezzo il mare… A volte si cade, ma è importante la consapevolezza dello scivolone)
Mi unisco all’invito di Roberta: “resistere, resistere, resistere!”
Tra il dire e il fare c’è di mezzo “e il” e se la mucca fa “m”u, il merlo non fa “mè”. (Bicit.) 😛
Caro Bruno, non ci conosciamo e quindi non ti mando messaggi di apprezzamento privatamente. Mi sembra giusto farlo qui, dicendoti che apprezzo pienamente quello che dici e particolarmente in questo articolo. Chi non ne capisce l’importanza e lo spirito, faccia una seria riflessione. Lo dico perché se lasciasse stare, sarebbe grave per tutti noi. Continua così e grazie.
Caro Marco, grazie. Se vuoi contattarmi direttamente puoi usare l’account Twitter (@VaeVictis) o cercarmi in Facebook. Speriamo di riuscire a cambiare qualcosa… 🙂
Non sono d’accordo. Chi la legge era già al punto di farsi domande ed informarsi al riguardo. A buon punto, quindi. Scattato questo meccanismo è solo questione di tempo, e si raggiungono le stesse conclusioni. Quelli da attrarre ed in cui insinuare dubbi sono proprio gli altri che lei rigetta. Non trova?